Nei tempi antichi , sia per motivi di sicurezza ( per meglio difendersi dagli attacchi dei nemici ) , sia per motivi logistici ( i fiumi ed i torrenti non erano regimati per cui , in caso di piogge , esondavano e si allargavano in tutto il loro corso sino alle colline circostanti ) , le strade erano costruite sulle alture . Infatti la via Postumia , realizzata dai romani per congiungere Genova ad Aquileia passando da Libarna , transitava approssimativamente in corrispondenza delle attuali vie Piani di Fregoso e Begato , passando , poi , per Begato e Geminiano .
I borghi e le case che si trovavano al di sotto della via erano raggiunti da strade secondarie che scendevano verso il torrente Polcevera .
Probabilmente una di queste seguiva proprio il rio Maltempo , con un tracciato abbastanza vicino a quello dell’attuale via Piombelli .
La zona era punteggiata da isolate case di contadini .
Nel medioevo , per proteggere i suoi possedimenti nella Valpolcevera , che era suo feudo , la famiglia Fieschi fece costruire , oltre ad un palazzo in corrispondenza dell’attuale passo Torbella , un castello sulla sommità della collina della Pigna , che dominava le vie di accesso a Genova .
Nel corso degli anni crebbero attorno al palazzo le casupole e le baracche , dove abitavano i servi ed i contadini , cosicchè il “ Borghetto” ( quello che poi venne chiamato “ il Borgo di mezzo “ per distinguerlo da Rivarolo e da Certosa ) iniziò ad allargarsi attorno agli insediamenti principali .
Nel corso dei violenti scontri che si ebbero nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini i Fieschi ( che erano guelfi ) ebbero la peggio e , nell’anno 1325 , il castello fu completamente distrutto dai ghibellini ed il palazzo danneggiato .
Proprio in ricordo di quel luogo fortificato la collina viene , ancora oggi , conosciuta con il nome di Castelluccio .
In virtù dello scopo precipuo per cui era stato costruito , cioè come palazzo di rappresentanza , l’edificio di passo Torbella , attualmente sede di uffici del Municipio della Valpolcevera , venne restaurato e vi fu insediato , nel XV secolo , il centro operativo del governatore della valle .
Al fine di evidenziare l’importanza che assunse quel palazzo giova ricordare che , nel 1533 , vi si tenne l’incontro tra Carlo V imperatore di Spagna ed Andrea Doria che , dopo il banchetto di rito , formalizzarono gli accordi per la futura alleanza tra Genova e la Spagna , che tanto importanti furono per il destino della nostra città .
Dal 1606 il palazzo divenne sede del capitanato della Polcevera e , quindi , vi fu stabilita la sede della municipalità autonoma.
Lungo la sponda destra del rio Maltempo continuava ad esistere un percorso privilegiato , sopraelevato rispetto all’argine che , probabilmente , partiva in corrispondenza del tracciato di via Castelluccio , per raggiungere le strade principali di crinale e quindi la città .
Il rio Maltempo si congiungeva con il Polcevera in corrispondenza dell’attuale via Jori ed era , chiaramente , a cielo aperto .
Con il passare degli anni il Borgo Inferiore continuò la sua espansione e la strada che lo attraversava assunse sempre più importanza fino a quando , nel 1824 , venne inaugurato il nuovo ponte sul Torbella , che sostituì il guado preesistente .
Alla metà del secolo venne deliberato di costruire la ferrovia che univa Genova a Torino ed i lavori richiamarono in zona molte maestranze dalle altre regioni italiane del nord ; ciò comportò un forte sviluppo abitativo che coinvolse anche la riva destra del rio Maltempo , dove furono costruite le prime abitazioni , che ancora oggi si possono osservare subito dopo via Castelluccio per chi percorre la strada in salita . Occorre evidenziare come , a quei tempi , il rivo non fosse ancora tombinato per cui la via passava più in alto , alla quota dei portoni delle case.
Con la costruzione della ferrovia , inaugurata nel 1856 , venne finalmente regimato il corso del Polcevera , mediante la costruzione degli argini di contenimento , per cui non ci fu più il pericolo di piene ed esondazioni , e le sue sponde poterono finalmente essere abitate in sicurezza .
Tale poligono è rimasto funzionante sino all’inizio degli anni sessanta .
Nei primi anni del ventesimo secolo sorsero , lungo le rive del Polcevera , i primi impianti industriali , ai quali seguirono molti stabilimenti manifatturieri .
Queste attività davano lavoro ad un gran numero di operai , per cui si ebbe , in tutta la Valpolcevera, un grande incremento demografico , dovuto all’arrivo di molti immigrati , provenienti soprattutto dal settentrione e dall’Italia centrale , che la trasformò, in poco tempo , da zona ricca di orti ed adibita a villeggiatura , ad area densamente popolata ; proprio in questo periodo furono molte le abitazioni che vennero costruite lungo la via che saliva al tiro a segno Come eravamo.
Nei primi anni del ‘900 ci fu anche un gran fiorire di cantieri per la realizzazione di grandi infrastrutture civili e viarie : in particolare nel 1907 fu inaugurata la linea ferroviaria merci dal parco del Campasso alla linea dei Giovi a Pontedecimo , con il ponte che , per la sua altezza , tanti problemi ha arrecato in questi anni per l’accesso alla via Piombelli e , il 1° maggio del 1908 , dopo tre anni di lavoro , fu inaugurata la galleria tranviaria da Certosa a Dinegro .
Molti degli operai che lavorarono alla costruzione della galleria erano di origini umbre . e gli fu data la disponibilità di un’area , lungo il rio Maltempo , per costruirvi le loro abitazioni , per cui poterono poi ricongiungersi alle loro famiglie .
La comunità crebbe e qualche anno dopo , nel 1917 , proprio per formalizzare la loro origine e l’attaccamento al paese natio , fondarono il “ Club dei Perugini “ .
Nelle vicinanze del tiro a segno ( circa in prossimità del civ. N°50 ) c’era l’osteria della Pigna , che forniva ristoro ai militari impegnati nelle operazioni di tiro , oltre che ai gitanti che , nei giorni di festa , si recavano ai forti .
Gli abituali frequentatori del locale , fondarono il “ Club Amici della Pigna “, che prese quel nome in onore del grande albero sopravvissuto alle battaglie che si erano svolte sulla collina ; di questo circolo si hanno , però , poche e vaghe notizie , si sa solo che cessò di esistere dopo qualche lustro .
Nel 1918 scoppiò , in tutta Europa , una violentissima pandemia influenzale , meglio conosciuta come “spagnola” , dal momento che la sua esistenza venne riportata solo dai giornali spagnoli ( nelle altre nazioni c’era la censura , essendo in corso la 1° guerra mondiale , per cui la notizia non potè essere divulgata , mentre la Spagna era neutrale ) .
I morti furono moltissimi , si calcola che fossero stati di più di quelli caduti nel corso delle battaglie dell’intera guerra .
Per evitare il contagio presso la popolazione vennero creati dei luoghi di cura lontano dai centri abitati : uno di questi era , approssimativamente , nell’area attualmente occupata dai civv. 19 e 21 di via Piombelli , nella zona che , ancora adesso , viene conosciuta come “ lazzaretto” .
Nel 1931 , gli ex componenti del “ Club Amici della Pigna “ fondarono il “ Circolo Ricreativo Amici della Pigna “ , che raccoglieva , soprattutto , gli abitanti della parte alta della via . Il circolo riusciva a mantenersi anche grazie alla frequentazione dei militari che transitavano dal poligono e dei gitanti che , la domenica , si recavano ai forti e facevano una sosta per il vino bianco o il panino con il salame Il circolo era molto accogliente , aveva un ampio giardino con due pergolati di glicine ed un gran numero di tavolini , oltre a due campi da bocce per gli appassionati del gioco . Era stata , inoltre , realizzata una struttura in legno con il palco per le recite e le commedie , di fronte ad uno spiazzo utilizzato anche come pista da ballo .
All’inizio degli anni trenta del Novecento fu anche impiantata , nella parte bassa della via , la Fabbrica Italiana Lubrificanti E Affini ( FILEA ) , che , in collaborazione con il comune , realizzò l’arginatura e la copertura del Rio Maltempo , per cui la via assunse , finalmente , l’aspetto attuale .
Un altro avvenimento che cambiò profondamente la via fu la costruzione della “ Camionale “ , inaugurata il 29 ottobre del 1935 , con il ponte che taglia , ancora adesso , la parte bassa della via Piombelli : un pilone fu eseguito proprio in corrispondenza di salita Bersaglio , che venne così interrotta , per cui , per poter raggiungere il poligono di tiro , fu creata via privata Liberti .
Tra le grandi opere avviate all’inizio degli anni ‘30 c’era anche il tunnel ferroviario che univa Principe a Rivarolo , passante proprio sotto la collina del Bersaglio ; il foro fu ultimato negli anni ’40 , in tempo per poter essere utilizzato come galleria antiaerea nel corso della 2a guerra mondiale .
L’ingresso principale delle due gallerie , sopra il torrente Torbella , in prossimità di palazzo Fieschi , era stato attrezzato con delle barriere per proteggere coloro che si fossero rifugiati all’interno ; una galleria era destinata ai soldati tedeschi , mentre l’altra veniva utilizzata dalla popolazione , che vi accorreva al suono delle sirene che indicavano l’imminenza di un bombardamento aereo . Da via Piombelli si accedeva attraverso un ingresso secondario .
Questi bombardamenti non lasciarono indenne la zona : si ricorda una bomba che colpì lo stabilimento FILEA e d un’altra che abbattè una casa in vicinanza del tiro a segno .
Alla fine del conflitto la via Tiro a segno , che iniziava da via Jori , venne divisa in due parti e cambiò nome .
Il tratto da via Jori a via Canepari fu intitolato ad Abramo Pongoli , e quello successivo a Sergio Piombelli , entrambi caduti durante la resistenza .
La guerra , finalmente , ebbe termine , ma la ripresa fu lenta , e per diversi anni la vita è stata ancora molto dura .
Da un censimento fatto nel dicembre del 1950 e riportato nel bollettino parrocchiale del Borghetto del gennaio 1951 , risultava che , nella zona del Bersaglio , comprendente anche via Castelluccio , vi erano 495 appartamenti nei quali risiedevano 660 famiglie ; e questo indica come , oltre 5 anni dopo la fine della guerra , fosse ancora molto frequente la coabitazione , per mancanza di alloggi .
I soldati rientrarono a casa e pian piano la vita riprese : lungo la via Piombelli sorsero diverse aziende che davano lavoro a molte persone e negozi , ed anche il circolo Amici della Pigna , che nel corso del conflitto aveva ceduto buona parte del giardino agli abitanti affinché lo utilizzassero come orto , riprese alla grande la sua attività .
In quel periodo la gente aveva una gran voglia di divertirsi , anche per dimenticare la guerra e tutto quanto ne era conseguito , per cui ebbero un grande successo le sale da ballo ; anche il circolo della Pigna si adeguò e fu costruita una nuova pista da ballo , che era circolare e con il pavimento alla veneziana , ed aveva anche una struttura per l’orchestra ed i tavolini per il pubblico .
In essa , oltre ai molti balli , fu anche organizzato , per diversi anni , il concorso di “ miss Pigna “ .
Malgrado un forte afflusso di persone ed il gran numero di soci , il bilancio del circolo , verso la fine degli anni 50 , iniziò ad evidenziare i primi problemi .
La situazione precipitò nel 1964 , quando il proprietario del terreno su cui sorgeva il circolo , decise di vendere la maggior parte dell’area esterna alla cooperativa edile Concordia di Sampierdarena , che vi edificò il fabbricato ancor oggi conosciuto come “casa dei ferrovieri” , dato che un gran numero degli occupanti erano dipendenti delle Ferrovie dello Stato , e che iniziò ad essere abitato nel 1966 .
In quegli anni la via subì anche notevoli cambiamenti : furono costruiti i caseggiati della parte alta , a partire dal n° 13 e fino al numero civico 50 , ultimato nel 1967 , e quindi il n° 11 , e , soprattutto , fu costruito il raddoppio dell’autostrada Genova Milano , inaugurato nel luglio del 1965 , con la costruzione del viadotto sul rio Maltempo Questo viadotto stravolse completamente la parte iniziale del rio , che fu tombinato per un tratto e servì da discarica per i materiali di scavo delle gallerie , che coprirono anche l’area dove si trovavano i primi bersagli del tiro a segno , che aveva cessato completamente la sua attività nel 1962 .
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Sull’area di risulta si insediò , in seguito , un raccoglitore di stracci , e , quindi la stessa venne utizzata come discarica di materiale tossico abusivo , argomento di cui si parla più approfonditamente in altra parte del sito.
Il circolo Amici della Pigna , che aveva perso tutta la sua zona esterna non poteva certo sopravvivere senza uno sfogo per i suoi frequentatori , in particolare mancavano il ballo ed il palco , il teatrino , ed il pergolato ; allora i soci si unirono e , rimboccandosi le maniche , eseguirono tutte le opere necessarie per poter utilizzare al meglio il poco spazio rimasto , e riuscirono ad ottenere un campo da bocce , una piccola sala da ballo , servizi igienici ed un giardino con tavoli , per poter proseguire in qualche modo l ‘ attività .
Nella notte tra l’8 ed 9 ottobre del 1970 iniziò una violentissima precipitazione atmosferica che provocò serissimi danni nella parte bassa della via .
L’acqua confluita nel rio Maltempo , gonfia di detriti , sfondò il cunicolo in cui passava proprio in corrispondenza dell’edificio al civ. 11 e si riversò lungo la strada portando con sé tutto quanto trovava lungo il suo cammino .
Le auto posteggiate lungo la via furono trasportate dalla corrente ed ammonticchiate in via Pongoli davanti al sagrato della chiesa ; i locali a piano terra del civ . 11 furono distrutti , come pure molti appartamenti al piano terra degli edifici più a valle .
Per alcuni giorni , non fu possibile il transito dei mezzi in via Piombelli .
Molte aziende smisero l’attività e , anche la FILEA , abbandonò la sua produzione , lasciando nell’area soltanto un laboratorio ed un piccolo magazzino .
In questi anni il Circolo Amici della Pigna aveva ripreso alla grande la sua attività , venivano organizzate gare di bocce , l’albero della cuccagna , e giochi per tutti , che venivano chiamati le “ olimpiadi dei matti “ .
Nel giugno del 1979 , però , proprio in corrispondenza di questo fervore di attività , il proprietario dell’edificio sede del circolo , dopo aver più volte manifestato l’intenzione di rientrare in possesso dei suoi locali , tramite il suo avvocato , fece pervenire l’intimazione di sfratto .
La situazione era molto difficile , ma , proprio in questo frangente , in cui pareva che il sodalizio dovesse smettere la sua attività , si fece avanti il socio Luciano Barabino , che firmò personalmente il compromesso per l’acquisto di un fabbricato limitrofo in cui trasferire la sede del circolo ( che poi è quella attuale ) .
I soci passarono un periodo molto brutto e contraddittorio , i pareri e le discussioni furono molti ; alla fine , nel corso di una assemblea straordinaria , il Barabino spiegò di aver firmato il compromesso di acquisto , pur non avendo a disposizione tutta la somma richiesta , affinchè quell’edificio non venisse acquistato da altri , invitando , inoltre , i soci a sottoscrivere un prestito decennale senza interessi , allo scopo di raccogliere l’intera somma necessaria per l’acquisto dei nuovi locali e l’esecuzione dei lavori successivamente necessari per la loro sistemazione .
I soci furono conquistati dalle sue parole e molti si offrirono di sottoscrivere il prestito , per cui si potè formalizzare l’acquisto .
La collaborazione dei soci continuò anche successivamente quando , con grande entusiasmo , si prestarono per l’esecuzione dei lavori di sistemazione , sia interna , sia esterna , tanto che , il 9 dicembre del 1981 , i nuovi locali poterono essere inaugurati .
L’attività del circolo riprese quindi alacremente con l’organizzazione di molte iniziative , e le cose procedettero molto bene , tanto che i sottoscrittori del prestito poterono rientrare in possesso di quanto avevano offerto già nel 1988 , cioè due anni prima della scadenza decennale prevista .
Nel frattempo la FILEA aveva abbandonato completamente la sua attività e l’area rimase per molti anni abbandonata , con le conseguenze del caso .
Finalmente ci fu un accordo con la civica amministrazione che acquisì l’area , la bonificò e , verso la metà degli anni novanta . la trasformò in verde pubblico e parcheggio .
Nell’ambito dei lavori di sistemazione del CIV di Rivarolo , che prevedevano il rifacimento di strade e marciapiedi della delegazione , si è reso necessario ed urgente provvedere all’esecuzione di nuovi posti auto , in sostituzione di quelli eliminati nelle vie principali ed è stata quindi individuata l’area ex FILEA come la più adatta .
Si è provveduto alla sua sistemazione superficiale e quindi , in due mesi lavorativi , è stata montata la struttura prefabbricata , ancor oggi esistente , ultimata il 23 dicembre 1999 .
Verso la fine degli anni 80 si è formata una cooperativa edilizia chiamata “ Abitare “ , che aveva lo scopo di costruire alcune case nel terreno , a valle della via Piombelli , immediatamente prima della casa del tiro a segno .
Il progetto per l’edificazione è stato presentato nel 1988 ed ha iniziato il suo iter approvativo che è stato molto lungo e movimentato , ma , nel 1998 , si è formato un comitato spontaneo di abitanti della via , coordinati da Maurizio Raffo , che osteggiavano tali costruzioni per i problemi che avrebbero provocato , sia geologici, sia legati alla viabilità , nonchè per la conservazione della vivibilità della zona .
L’iter approvativo ha subito un ulteriore rallentamento , e , visto il lungo tempo trascorso , la cooperativa si è sciolta .
Il progetto , però , è stato ripresentato dal proprietario del terreno , nel 2005 , sotto forma di opera convenzionata , per cui , nei primi mesi del 2008 si è formato un nuovo comitato di cittadini della zona , che ha presentato istanze e memorie avverse al nuovo progetto , nonché istanza di variante al piano regolatore richiedendo di dichiarare l’area agricola .
Con decisione di giunta del 5.05.2009 il Municipio V Valpolcevera ha confermato il parere negativo al progetto , già espresso con mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Municipale in data 15.05.2008 .
Finalmente è stata approvata una variante al PUC , recepita nel nuovo piano , attualmente in corso di approvazione , che identifica l’area come “ agricola “ ( Ambito di Riqualificazione delle Aree di Produzione e di Presidio Agricolo ) .
Il proprietario ha , nel frattempo , presentato un nuovo progetto edilizio convenzionato da realizzare nella zona di Teglia .
In sede di approvazione di tale progetto la Civica Amministrazione , quale scomputo degli oneri previsti per autorizzare tale edificazione , ha richiesto alcune lavorazioni da eseguire in via Piombelli .
In particolare vengono previsti l’allargamento dell’ultimo tratto della via sino all’incrocio con via Liberti , sino ad una sezione trasversale doppia , con la creazione di 6 posti auto ( di cui 1 per disabili ) e 6 posti moto , marciapiedi e nuova illuminazione pubblica , e sistemazione degli scarichi delle acque meteoriche .
Tali opere potranno essere realizzate solo dopo l’inizio dei lavori a Teglia , al momento sospesi causa la crisi in cui versa l’edilizia .
Mentre le aree destinate all’ allargamento della viabilità verranno cedute gratuitamente alla Civica Amministrazione , quelle rimanenti , per le quali è prevista la sistemazione ad orti urbani , da assegnare a volontari che ne facciano richiesta al Municipio , saranno gravate di servitù di uso pubblico .
Lo scorso anno 2014 , infine , la società Vodafone ha presentato un progetto per la costruzione di un’antenna per la telefonia mobile nella parte alta della vicina via Liberti ; il progetto è attualmente all’esame delle Autorità competenti .
Si è formato quindi un nuovo comitato che, in collaborazione con gli altri Comitati delle zone vicine , sta seguendo l’iter della pratica , contrastandola nei limiti del possibile , per cercare di evitare che la zona venga , ancora una volta , interessata da infrastrutture dannose per gli abitanti
Aldo Canepa
Le foto storice pubblicate nel sito sono state concesse gentilmente da alcuni abitanti della Via e in particolar modo da Gino Ratto, Aldo Canepa e Marisa Volpi.