La situazione del Rio Maltempo è stata già più volte posta all’attenzione delle autorità pubbliche, ma finora è mancata la volontà per intervenire e mettere in sicurezza, nel tratto a monte del viadotto autostradale dell’A7, carreggiata nord, il piccolo ma pericoloso torrente, di cui si ricordano le esondazioni del 1970 e del 1977.
Il civico 11, per quanto di sua competenza, ha provveduto alla pulizia dell’alveo nel tratto che sottopassa il caseggiato, secondo quanto richiesto dall’ente provinciale. A sua volta il Comune, dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, aver provveduto alla pulizia del tratto a valle del civico 11, e fino alla sua confluenza nel Polcevera, così come da richiesta formale della Provincia.
Il problema riguarda la pulizia del tratto più a monte, in quanto nessun ente pubblico si considera competente per quella parte di torrente. Non il Comune o il Municipio, che ritiene di dover intervenire solo per il tratto più a valle, non la Provincia che ritiene che la pulizia delle “sponde” sia di competenza dei proprietari dei terreni che vi si affacciano. Tuttavia evidenzio che attualmente le criticità maggiori sono nell'”alveo” del torrente, pieno di grossi tronchi che sono precipitati, anche a seguito delle ultime forti piogge semi-alluvionali, ma non solo, o dalle sponde o da tratti più a monte del torrente. E l’alveo attiene al Demanio Statale, non è proprietà privata.
Fin qui abbiamo discusso dei problemi legali, atti a stabilire di chi sia la competenza di un’azione. Ma esiste anche un principio di buon senso, che dovrebbe suggerire che è meglio spendere pochi soldi oggi (togliere qualche tronco da un alveo di torrente potrà costare qualche migliaia di euro) piuttosto che molti, moltissimi un domani, quando una nuova alluvione interesserà il quartiere, con effetti che potranno essere simili a quelli avutisi appena due settimane fa a Sestri Ponente, e per cui si calcolano danni oltre i 100 milioni di euro, sempre che si tratti di soli danni materiali e non di qualcosa di peggio.Oltretutto continua ad essere presente il problema dei rifiuti che illegalmente e criminalmente vengono scaricati lungo la sponda sinistra del torrente, immediatamente a monte del viadotto autostradale. L’AMIU è intervenuta più volte a rimuoverli, ma solo parzialmente. E i rifiuti rimasti, dopo le recenti piogge, sono precipitati ulteriormente verso l’alveo a seguito degli eventi franosi che hanno interessato la sponda.
La domanda che pongo agli amministratori pubblici è: vogliamo davvero attendere che accada qualcosa come a Sestri per intervenire a rimuovere quel materiale che potrebbe creare un tappo al regolare deflusso delle acque del rio in caso di forti precipitazioni concentrate in breve tempo? Salvo poi scaricare le responsabilità sui “cambiamenti climatici”?E a proposito di clima, cambiamenti climatici ed alluvione recente, vorrei fare chiarezza su alcuni dati, inesatti, citati dal nostro Sindaco.
E’ corretto affermare che la precipitazione che ha interessato la zona di Sestri il 4 ottobre è stata di eccezionale entità, ma alla stazione ARPAL del Monte Gazzo sono stati misurati 410 mm in 5-6 ore (fino a 124 mm in un’ora), non in due ore come affermato dal Sindaco. E’ corretto affermare che durante l’evento alluvionale del 1970 è piovuto di più ma in un arco temporale maggiore, tuttavia è errato affermare, come ha fatto il Sindaco, che in quell’occasione caddero 1000 mm in 3 giorni; quasi 1000 mm, per la precisione 948, caddero in 24 ore, ovvero in una sola giornata, a Bolzaneto, e quantità analoga sulle colline di Serra Riccò. Diverse altre stazioni della Valpolcevera misurarono quantitativi di pioggia, sempre nell’arco delle 24 ore, tra i 600 e gli 800 mm, ma la concentrazione delle piogge potrebbe essere stata analoga a quella di quest’ultimo evento, tanto che i massimi precipitativi orari, attorno ai 110/120 mm, sono paragonabili ai 124 mm caduti in un’ora sul Monte Gazzo. Durante l’evento alluvionale del 4 ottobre u.s., in Valpolcevera le stazioni di Bolzaneto e Pontedecimo hanno misurato circa 300 mm di pioggia nell’arco di 5-6 ore, con massimi precipitativi orari inferiori ai 100 mm, una quantità comunque enorme e concentrata in breve tempo, ma solo un terzo di quella caduta nel 1970!
E per chi tira in ballo a sproposito i cambiamenti climatici per spiegare questi eventi ricordiamo che negli anni ’70, durante la quale si ebbe un’alluvione anche nel 1977, si era in un periodo di “Raffreddamento Globale” con espansione dei ghiacci alpini. E sapete qual è l’anno più piovoso a Genova centro dall’inizio delle rilevazioni meteo (1833)? Il 1872, quando nei soli ultimi 3 mesi caddero oltre 1800 mm di pioggia. D’altra parte studi climatici legati ai residui geologici, evidenziano come le alluvioni, sul settore centrale del Mediterraneo, si concentrino maggiormente nei periodi più umidi e freddi, piuttosto che in quelli più caldi, e mediamente più aridi. Ricordiamolo ai nostri amministratori, quando giustificano certi eventi atmosferici catastrofici con la fase di “Gloabl Warming”, piuttosto che farli ricadere da una parte in un ambito di fenomenologia naturale possibile e statisticamente probabile, dall’altra ad una scellerata gestione del territorio, di cui la vicenda kafkiana della pulizia dell’alveo del Rio Maltempo è solo un esempio.